MEXICO. STATO DELLO YUCATAN: VALLADOLID - CHICHEN ITZA


MEXICO, STATO DELLO YUCATAN: VALLADOLID - CHICHEN ITZA

CHI: Io e Giusy
DOVE: Città di Valladolid, sito archeologico di Chichen Itza
QUANDO: 20–21.05.2011
ALLOGGIO: La Mision de Fray Diego *** - Calle. 61 #524 x 64 y 66, Centro
Mérida, Yucatán, México http://www.lamisiondefraydiego.com/
CONSIGLIATO: Sì. Hotel molto bello e confortevole, a due passi dal centro. La struttura risale al XVII secolo, è in stile coloniale e al centro dell’antico chiostro è stata ricavata una piscina. Camere a partire da 45 $ a notte p.p.
VOLO: DELTA AIRLINES (Malpensa – Atlanta, USA – Cancun) a/r. Per il Messico non è necessario alcun visto: si compila un permesso di soggiorno a bordo dell’aereo. Per gli Stati Uniti è necessario compilare l’ESTA prima del viaggio, anche solo in caso di scalo
DA VEDERE: Dopo aver visitato Merida e dintorni, siamo stati nel sito archeologico più famoso (e caotico) dello Yucatan: Chichen Itza. Questi si trova nei pressi della cittadina di Valladolid, che abbiamo visto due volte, sia andando verso Merida il giorno della Domenica delle Palme (a cui si riferiscono le immagini), sia tornando poi verso Cancun alla fine della prima parte del viaggio. Oltre che per una visita della città, Valladolid risulta un comodo punto di alloggio per vedere Chichen Itza: il sito dista infatti solo 40 km, rispetto ai 130 km circa che lo separano da Merida!

A Valladolid si respira un’atmosfera tipicamente maya: la popolazione discente quasi esclusivamente dagli indigeni locali e molti parlano ancora lingue yucateche. Ci sono pochi turisti stranieri e la città conserva molto bene i suoi edifici di epoca coloniale, pieni di ristorantini e piccoli alberghi. Il centro è dominato dalla chiesa di San Servacio affacciata sulla piazza antistante che, come tipico dei paesi centro-americani, è costituita da un bel giardino pubblico, Parque Francisco Cantòn Rosado, ombreggiato da alberi tropicali e abitato da diversi tipi di uccelli schiamazzanti. Poco fuori dal centro, sorgono la chiesa e il monastero di San Bernardino, un luogo molto frequentato e amato dalla gente locale. Ciò che rende particolare i dintorni di Valladolid è sicuramente il gruppo di Cenote (circa 3000 in tutto lo Yucatan), caverne frutto di secoli di erosione dell’acqua sotterranea. In alcuni di essi è possibile anche fare il bagno. Noi abbiamo visto il Cenote Samulà, dal cui soffitto pendono per diversi metri le radici di un albero di pioppo.

Chichen Itza è il sito maya meglio restaurato del Messico, anche se la massa di turisti esaltati che lo visita rischia di creare più danno che guadagno. Basti pensare che El Castillo, la piramide principale, è stata chiusa al pubblico sia per la pericolosità nella salita, ma soprattutto per i danni riportati dai visitatori con scritte e depredazione di pezzi di struttura. Per trovare meno gente, è meglio accedere al sito non dall’entrata principale, ma da quella degli hotel circostanti, poco più avanti (direzione hotel Mayaland).
Con una guida la visita risulta certamente più completa. Dal Castillo o Piramide di Kukulcan (il Dio Serpente) si passa al campo del Juego de Pelota, sovrastato delle terrazze da cui i nobili e il clero assistevano alla partita. Il gioco terminava nel momento in cui si faceva canestro con un pallone di 4 kg, senza poter usare le mani. Il capitano della squadra vincente veniva poi sacrificato agli Dei. Questo avveniva non nel periodo della civiltà Maya, popolo relativamente pacifico, ma dopo l’invasione dei Toltechi, guerrieri decisamente più sanguinari. Si prosegue poi per il Templo de los Guerreros, sulla cui cima si scorge la statua di Chac Mool, una delle figure più misteriose precolombiane, una sorta di semi-Dio, sulla cui pancia venivano deposti i sacrifici offerti agli Dei, teste comprese. Suggestivo il Grupo de las Mil Columnas, uno spiazzo dove sorgono i resti forse di un mercato dell’epoca. Altro luogo particolare è sicuramente El Caracol (letteralmente lumaca), ovvero l’Osservatorio, chiamato così per la sua forma a spirale. Da qui i Maya studiavano i movimenti dei corpi celesti, riconoscendone le posizioni dalle quali è stato concepito il loro calendario. La Tumba del Gran Sacerdote è in realtà una piramide comune, anche se all’inizio dei lavori di bonifica e restauro delle rovine si pensava potesse ospitare i resti di un sacerdote maya.
Chichen Itza offre poi una zona ristoro dove è possibile pranzare.
Se non fosse per il gran numero di turisti indisciplinati presenti e le bancarelle di souvenir sparse ovunque in tutto il piazzale delle rovine, questo sito risulterebbe molto più affascinante e mistico, visto i preziosi reperti che conserva, almeno fino a oggi.

VALLADOLID






San Servacio



Monastero di San Bernardino




Cenote Samulà


La Sacra Muerte






CHICHEN ITZA


El Castillo o Piramide di Kukulcan




Juego de Pelota





Templo de los Guerreros


El Caracol o Osservatorio



Grupo de las Mil Columnas


Chac Mool